La ’Metamorfosi’ di Joseph Capriati: "Dai vinili alla musica elettronica"

Da ragazzino ammirava i vinili che suonavano sul giradischi della nonna. Oggi Joseph Capriati è uno dei nomi più riconoscibili della scena techno mondiale, dai club di Napoli alle consolle di Ibiza, passando per festival come il Burning Man e il Sunwaves, il dj e producer campano continua la sua evoluzione artistica con un progetto ambizioso, Metamorfosi, stasera in scena al Cocoricò di Riccione.
Capriati, quando ha capito che fare il dj sarebbe stata la sua vita?
"Ci sono stati due momenti chiave. Il primo a 11 anni, quando vidi per la prima volta un dj all’opera: fu amore a prima vista. Da quel giorno iniziai a sperimentare con i vinili, anche usando il giradischi di mia nonna. Il secondo momento fu nel 2006, quando le mie tracce iniziarono a essere suonate da artisti come Richie Hawtin e Carl Cox. Ero ancora incerto, i miei genitori mi spingevano verso una carriera più tradizionale, tanto che firmai per il servizio militare. Ma per un errore burocratico non fui chiamato: per me fu un segnale. Decisi di dedicarmi totalmente alla musica".
Che effetto le fa suonare al Cocoricò?
"È un’icona mondiale. Ci andai per la prima volta a 18 anni, in vacanza, e fu un’esperienza indimenticabile. Vedere la Piramide, l’atmosfera: è magia pura. Tornarci oggi con il mio progetto Metamorfosi è un grande onore".
Come riesce a rinnovarsi senza perdere la sua identità?
"La musica cambia, e io con lei. Ho iniziato suonando house alle feste degli amici, poi sono diventato resident nei club. Oggi i miei punti fermi sono techno e house, ma amo esplorare. L’eclettismo è ciò che mi tiene vivo. Metamorfosi rappresenta proprio questa trasformazione continua".
Cosa fa per staccare?
"Quando non sono in tour, cerco di riposare, allenarmi e dedicarmi all’arte, all’architettura, alla storia. Mi piace esplorare i luoghi in cui viaggio".
C’è una collaborazione che sogna ancora?
"Mi piace lavorare da solo, salvo quando nasce una connessione vera. Un esempio è stato il remix di Nonostante tutto di Cesare Cremonini ed Elisa: pop italiano trasformato nel mio linguaggio. È stato stimolante. Mi piacerebbe ripetere qualcosa di simile a livello internazionale, quando arriverà l’occasione giusta".
Come gestisce lo stress del tour?
"Mi prendo cura di me stesso: vita sana, allenamento, alimentazione, sonno. Viaggio da quando ho 18 anni, ora ne ho 38, e sento il bisogno di equilibrio. La produzione musicale è diventata una vera terapia. Dopo vent’anni, sento ancora il fuoco degli inizi, ma con una nuova maturità".
Cosa devono aspettarsi i fan stasera?
"Un viaggio sonoro tra house e techno. Suonerò per cinque ore in b2b con Jamie Jones e con noi in line-up ci saranno grandi nomi della scena internazionale. Sarà una notte piena di emozioni, sorprese e tanta, tantissima energia".
İl Resto Del Carlino